sabato 12 settembre 2020

Wilhelm Meister

La vocazione teatrale


Libro bellissimo, su un giovane che abbandona gli affari di famiglia per seguire la sua vocazione artistica – sì, perché arte e commercio seguono logiche diverse, una non vuole l'altra, bisogna scegliere, avventurarsi senza sapere come andrà a finire... (c'è anche per la prima volta la famosa poesia di Mignon, kennst du das land wo die zitronen blühn...) - lettura fondamentale per la mia adolescenza.
Ma il seguito era introvabile (un tempo, almeno). Gli anni dell'apprendistato (più che una riscrittura, un nuovo libro) non c'era neanche in biblioteca. Per non parlare degli Anni di pellegrinaggio, che non si riesce a trovare neanche adesso (eppure c'è anche un film di Wenders ispirato a questo).
Strano, però. Un autore importante come Goethe, un libro così articolato e potente... (del resto, neanche Amour fou di Breton si trova).
Ma forse, come diceva Hermann Hesse (citato da Bocca) è perché “trattasi di persona la cui buona origine e l'educazione borghese, il patrimonio e il carattere farebbero senz'altro un buon cittadino: il quale però spinto da un arcano anelito, inseguendo stelle e comete è costretto ad inventarsi una sua vita difficile.”
Ah ecco, lo fanno per proteggerci. È sempre il buon vecchio Lodo Dalla Chiesa in funzione, insomma. Non vogliono che lo imitiamo.


(letto poi gli anni di apprendistato: molto invecchiato, ahimè (capisco perché non lo pubblicano). La cosa più bella è Mariane che aspetta vestita da ufficialetta; Mariane dalla stanza disordinata e con le vesti un po' sporchine - questo erotismo diffuso in tutto il libro ma che quello che si vuole fare è abbandonare. Peccato]

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