giovedì 13 agosto 2020

Pasolini (non il poeta)

ma il motociclista, quello che faceva le gare, il rivale di Giacomo Agostini (“Ago”), che era bello, forte, che vinceva sempre. Lui (“Paso”) invece era bruttino, vestito di nero, con i grossi occhiali neri: e arrivava sempre secondo.

Alla fine, forse per un tentativo di sorpasso azzardato, forse per un guasto al motore, un terribile incidente, e morì bruciato, lì in pista. E Agostini, il campione, in una recente intervista non ha avuto neanche una parola di rammarico, di conforto, un pensiero: anzi, non l'aveva mai tenuto in conto. Lui, il perdente.


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