ma il motociclista, quello che faceva le gare, il rivale di Giacomo Agostini (“Ago”), che era bello, forte, che vinceva sempre. Lui (“Paso”) invece era bruttino, vestito di nero, con i grossi occhiali neri: e arrivava sempre secondo.
Alla fine, forse per un tentativo di sorpasso azzardato, forse per un guasto al motore, un terribile incidente, e morì bruciato, lì in pista. E Agostini, il campione, in una recente intervista non ha avuto neanche una parola di rammarico, di conforto, un pensiero: anzi, non l'aveva mai tenuto in conto. Lui, il perdente.
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