mercoledì 16 gennaio 2019

Franz Krauspenhaar


Era mio padre.

Raro esempio di letteratura italiana recente dotata di una sua necessità.
Malgrado il nome, lo scrittore è milanese, grosso modo coetaneo, liceo simile, zona simile (avremmo potuto conoscerci).
Scrive grossomodo sulla linea Hamsun-Céline-Houellebecq, anche abbastanza sgradevole quindi, ma badando a “le cose come stanno”.
Consiglio di non mollare la lettura, che si potrebbe pensare non si capisca dove porti. A un certo punto improvvisamente si capisce tutto, si capisce benissimo, oh se si capisce.


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