domenica 28 agosto 2016

Erica Jong

Paura di volare.

Be’, è un bel libro. Ai tempi passava come un proto-porno femminile, un caso sociologico più che altro. Invece è come un Lamento di Portnoy scritto da una donna, in tante cose vale (o batte?) Philip Roth (addirittura). Bellissimo l’incontro con la psichiatra lainghiano (allora di gran moda) con i sandali e i piedi sporchi, o il racconto delle giornate in famiglia a Beirut (quei pomeriggi troppo assolati che sembrano certe estati in meridione). O le considerazioni sulla figa insaziabile, quella che sarà l’ultima a morire, o i rumori e le scoregge dell’uomo a cui si dorme di fianco. Proprio una lingua (e una testa) notevoli.
(carine anche le sue poesie giovanili sperimentali e provocatorie, molto anni ’70)

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