mercoledì 13 gennaio 2016

Note invernali su impressioni estive.

di Fëdor Dostoevskij

(Confesso a mia vergogna di non aver spesso capito – o amato - questo grande scrittore: l'Idiota, lo stesso Delitto e Castigo, per non parlare dell'Uomo del Sottosuolo...: lo trovavo troppo giornalistico, esagerato, un po' isterico, forse addirittura un po' falso e in posa – certo, il Giocatore e i romanzi brevi sono straordinari, come i Demoni e i Karamazov; ma insomma un po' di istintiva diffidenza rimane).
Qui invece tutto è molto chiaro: le notti londinesi in cui il proletariato si ubriaca e si prostituisce in silenzio, senza gioia, la timidezza della bella ragazza per la prima volta sulla strada, la paura e la cattiveria che innerva la vita del borghese... l'inutilità del socialismo, la potenza del nazionalismo, la salvezza che verrà da quelli che hanno rinunciato a tutto... è come se anticipasse tutti i temi non solo dei suoi libri successivi (il libro è del 1863, precede tutti i “grandi romanzi”), ma anche del Novecento, russo in particolare (bolscevichi e Solženicyn, ad esempio).

Molto interessante anche il discorso su Puškin che si può leggere qui.

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