Mi convocano a testimoniare in Tribunale in un’altra città, non so su cosa, se però non ci si presenta c'è l'accompagnamento coatto con i carabinieri: ore quattordici, sala udienze, primo piano. Non c’è nessuno, tutto spento. Aspetto un po’. Gironzolo un po’ nei corridoi bui. Dietro l’angolo, c’è un cartello: udienza spostata al secondo piano. Mi precipito. Ma la scala arriva solo al primo piano, la rampa successiva è inagibile, con le transenne tutte polverose, come si farà? In un ufficio in fondo c’è un tipo, mi dice: la scala è anni che è rotta, si sale solo con l’ascensore (sempre occupato). Finalmente l’ascensore arriva, vado alla sala udienze, in ritardo. C’è un cartello: i testimoni devono aspettare fuori dalla sala, vietato entrare. Sotto: i testimoni si facciano riconoscere dall’ufficiale giudiziario. Ma è dentro la sala. Che faccio, entro a farmi riconoscere nonostante il divieto ad entrare, o resto fuori nonostante l’obbligo di farmi riconoscere? Nel dubbio, attendo. Faldoni appoggiati a terra dappertutto.
Alla fine mi chiamano, lei perché non si è fatto vedere prima?
Il tema della testimonianza è: se aprire una finestrina sul tetto, conforme al piano regolatore, con il parere favorevole della Commissione Paesaggio e la compatibilità ambientale accertata dal Soprintendente Regionale, ma mediante sanatoria (regolarmente rilasciata a termini di legge), sia reato o meno.
(e non hanno le scale)
venerdì 2 luglio 2010
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