mercoledì 28 ottobre 2009

Eroina.

Circa trent’anni fa, ho provato per la prima volta l’eroina. Avevo aspettato un po’, prima di provare, perché sapevo che faceva male (molto male). Volevo essere sicuro di riuscire a resistere, nel caso.
Me l’hanno offerta una sera, gratis, a casa di una che la riceveva da un suo ex che faceva lo spacciatore.

Devo dire una cosa (che non si può dire): non è male. Uccide, ma prima ti fa stare bene. Tranquillo, rilassato, e soprattutto: sicuro di sé (non come la coca, che innervosisce, o il fumo, che instupidisce, o altre cose che ti bruciano il cervello).
Comunque ho tenuto la cosa sotto controllo ed è finita in fretta. Quelli che hanno cominciato prima, quando avevano sedici anni, nel ’77, sono morti tutti: chi di overdose, chi - i sopravvissuti – di Aids. E quei pochissimi che non sono morti, sono rovinati, prima impasticcati, poi alcolizzati, poi qualcos’altro con lo sguardo perso. Centinaia, migliaia di ragazzi finiti nel buio (e nessuno ne parla).
Ne conosco solo uno che ne è uscito veramente: a un certo punto gli era venuta un’epatite, era stato ricoverato in ospedale, ed era venuto suo padre a trovarlo. Adesso vado a parlare con il medico, gli disse (suo padre era stato partigiano) e se scopro che ti è venuta per qualche schifezza vedi. Mio padre andò di là, racconta, ed ero talmente spaventato, talmente spaventato che mi scoprisse che giurai che non avrei mai più toccato nulla. Dopo qualche tempo tornò, mi guardò un po’, poi disse: tutto a posto, ha detto il medico. Chissà se era vero - me lo sono sempre chiesto. Comunque da quella volta smise, e adesso è uno stimato professionista.
Ma: e gli altri? Tutti quelli spariti? Forse ci è rimasta solo la paura, e la rinuncia alla libertà?

(tre sorelle, la mamma era morta quando erano adolescenti. Quella di mezzo era diventata tossicodipendente, e alla fine era morta, dopo anni di rovina (alla fine le ragazze finivano tutte per prostituirsi).
Siamo stati ospiti nella casa in montagna di famiglia, nella bergamasca. Nella cantinetta, divani, collezioni di Topolini, giochi da ragazzi, chissà quanti pomeriggi e serate passati a giocare, a divertirsi, a sperare, a pensare ai primi amori.
I genitori intanto magari pensavano: è giusto in fondo che i ragazzi facciano le loro esperienze.)

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