Secondo una studiosa inglese, il problema vero è stato l’invenzione dell’agricoltura. Non è vero che così ci si nutriva meglio, gli studi sugli scheletri antichi dimostrerebbero il contrario. Solo, così sopravvivevano più persone, si lavorava di più, anche, e le comunità diventavano più numerose e organizzate, montagne di individui asserviti a pochi capi, pronti a diventare masse di soldati obbedienti, dediti ad occupare i territori dei popoli rimasti cacciatori e raccoglitori; condizione quest'ultima molto più consona alla nostra natura. Siamo nati per essere pochi in una vasta natura; i cacciatori lavoravano 15-18 ore alla settimana al massimo. Il resto è del diavolo
(ovvero, tutto).
(ma come tornare indietro?)
sabato 24 luglio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Salve, potrebbe darci la fonte di questo interessante commento? Di che studiosa inglese si tratta?
RispondiEliminaahimè è passato troppo tempo, non trovo più l'appunto. Adesso lo cerco meglio e se lo trovo pubblico tutti i riferimenti (che vergogna...)
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con il punto di vista espresso. Ne parla anche Mumford in Authoritarian and Democratic Technics. In effetti una popolazione numerosa e organizzata, non in equilibrio con il proprio territorio è costretta ad espandersi per soddisfare la popolazione in crescita.
RispondiEliminaL'agricoltura richiede costante sviluppo tecnologico per ovviare all'esaurimento delle risorse e la guerra per accaparrarle. Su queste basi ogni civilizzazione è destinata a far collassare gli ecosistemi su cui si basa e seminare morte all'esterno dei propri confini.
Consiglio la lettura di "Ishmael", di Daniel Quinn. In parte la questione è affrontata anche nel libro "Sapiens"di Harari, ma preferisco di gran lunga il primo per come la cosa è messa in prospettiva.
Ne parla Mumford in Authoritarian and Democratics Technics, ma consiglio anche la lettura di Ishamel di D. Quinn
RispondiEliminaho iniziato a leggerlo, interessante (un po' anni '60, vero... ;-)
EliminaMmm, speriamo bene ^-^'
RispondiEliminaNiente, ho ritrovato l'appunto, ma dice: "non ricordo il nome della studiosa inglese che..." Ci vorrà del tempo. Nel frattempo, se può consolare, un inno alle persone senza nome: https://il-lato-oscuro.blogspot.com/2020/09/quando-ti-incontrai-kd.html
EliminaHaha, che storia! Grazie della ricerca comunque
Elimina