Da un po' di tempo si possono comprare delle
schede che per una certa somma ti organizzano un pacchetto completo per passare
una serata o una vacanza in due: aperitivo (un calice a testa), cenetta (due
portate, tre stelle), passeggiatina in calesse, vista sospirosa sul lago.
Oppure (varia il prezzo): cocktail, etnico con antipasto, giretto in barca.
Oppure sauna, massaggio, spuntino. O visita a una mostra (consigliata da
rivista di settore qualificata), passeggiata per la città, dolcetti con
spumantino. Spendendo qualcosa di più, si passa a “week end romantico”, c'è
anche il letto, con specificata la categoria.
E se poi la cena va male, e non avete voglia di andare a
letto? Intanto è già pagato, peccato, uno spreco. E se invece per prudenza
avete preso solo l'aperitivo, e invece è andata bene, ma adesso il letto non
c'è? Ci si fa influenzare, aggiungerlo adesso costerebbe di più, meglio
lasciare perdere. Bisogna quindi programmare bene, capire bene cosa si vuole,
qual'è il pacchetto che si confà di più.
Un ragazzo e una ragazza, in realtà quasi trentenni, sono lì
indecisi davanti allo scaffale. “Week end romantico” o “Serata culturale”? Due
portate o tre? Soppesano, indugiano. Lei indica speranzosa e titubante una
cosa, lui scuote la testa.
C'è qualcosa di vagamente osceno o perlomeno di
poco dignitoso in tutto questo. Come polli di allevamento liberi di scegliere due tipi diversi di mangime sintetico.
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