venerdì 22 gennaio 2010

Partecipazione

Avevo avuto un incarico per realizzare un'area a verde in una zona periferica. Nel mio ufficio piomba un professore universitario di sinistra: sia ben chiaro che quel lavoro lo faccio io, mica dico di rinunciare alla parcella, ma quello è un lavoro mio. E perché mai?
Dopo un po', appare un titolone su un giornale moderato: avanza la speculazione edilizia in periferia, un progetto propone... un'inaccettabile colata di cemento... e avanti così per diverse colonne. Ne parlo con un tecnico comunale comunista, ah, questi giornalisti, tutti così, ma conosco qualcuno dell'ambiente, forse posso fare qualcosa, fammi vedere chi ha scritto l'articolo... toh! ...è uno dei nostri.
Su una nota trasmissione televisiva di denuncia, ci si mobilita contro la speculazione... sempre lì. Il finanziamento viene bloccato. Mi invitano a una trasmissione sulla questione, dove ci sono: un critico d'arte, un professore universitario, un cittadino della zona, un politico locale... tutti dello stesso partito. In commissione edilizia il progetto viene avversato per motivi estetici da un commissario (progressista). Insomma, rinuncio all'incarico, che viene dato al professore, che ci scrive su un articolo sulle esperienze di partecipazione popolare ai processi decisionali. Tempo dopo, mi è capitato di incontrare uno del comitato dei cittadini: quello lì... ottenuto l'incarico, non si è più fatto vedere... non è stato realizzato niente.

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