martedì 17 novembre 2009

Arte moderna

“Mai nella storia così tanti con tanti mezzi fecero così poco.” (Bansky)(Never in the field of human history has so much used by so many to say so little: parafrasi di un famoso detto di Churchill sulla Battaglia di Inghilterra)
A nessuno – o quasi – piace ammetterlo (perché non vogliono fare figuracce). Siamo tutti abbastanza colti e smaliziati per sapere che l’arte figurativa è finita qualche secolo fa, e allora.
Certo, nessuno di noi leggerebbe un romanzo fatto solo di lettere A, o ascolterebbe della musica senza suono, che in realtà è un sasso. Eppure nell’arte moderna questo succede: e ci aggiriamo muti a guardare quadri che sono tagli sulla tela (“la negazione dello spazio bidimensionale della pittura classica”), oggetti sparsi per terra, video ossessivi. Nessuno dice quello che pensa, sarebbe come ammettere la propria irrimediabile arretratezza. Al massimo, si esprime una preferenza per quelli più accattivanti per altri motivi: Rothko (“bei colori”), Cattelan (“divertente!”), Jeff Koons (“sembra quasi vero, lì con Cicciolina”).
Alla fine, la nostra cultura figurativa vera è quella delle pubblicità, delle foto, dei fumetti: di quella che chiamiamo “arte moderna” difficilmente fra qualche secolo importerà più niente a nessuno (se non magari come fenomeno sociologico, espressione di un’élite autoreferenziale, un po' come i tulipani neri, un corto circuito fra collezionisti).
Ma perché siamo arrivati a questo punto? Di chi è la colpa? Una qualche idea ce l’avrei.

Nessun commento:

Posta un commento