Sulla spiaggia ci sono queste due vicine a noi, che, come dire, fanno nudismo. Usa. In compenso, lei è splendida. Cioè, una è splendida, e l'altra è un ciospo. Lei prende il sole - non chiude le gambe. Cerco di guardare... perbacco, è bella, giovane, con l'aria un po' cattiva e decisa... proprio una di quelle che mi piacciono da morire. Bene, si accorge che la guardo - e non se la prende!
Faccio un castello di sabbia. Una torre e un pozzo. Scavo scavo scavo, e la torre si innalza. Crolla, la rifaccio con cura, sottile, alta; tornisco con cura il cocuzzolo. Lei guarda - e sorride.
Va be', è ora di tornare in tenda. Sto per andare, lei mi chiede che ore sono - decido di rimanere un altro po'.
Ci si avvia al tramonto. Mi preparo ad andare. Lei si prepara ad andare. Anzi no, faccio il bagno.
Lei si ferma, ...chiacchiera un po' con la sua amica (il ciospo). Bene, si va. Lei mi passa davanti, mi guarda, rallenta un attimo. Occhi intelligenti, aria ironica, mi squadra. Io non ho niente da dire. Facciamo la strada insieme fino al campeggio, lentissimi. A un certo punto non ci sono più. Non capisco dove siano andate. Via. Perdute. Molto romantico. Al diavolo.
Il mattino dopo, di nuovo in spiaggia. Leggo, faccio il bagno, mi volto: è lì. Impietrisco. Coraggiosa... ma allora - le piaccio, insomma. Va bene, niente. Cosa faccio?
Lei fa il bagno, intanto. Entra lentamente - splendido sedere, certamente. Il sole brilla, l'acqua è chiara, l'aria fresca, la pelle abbronzata. E poi esce, anche. Davanti a me, lentamente. Si fa guardare.
Bene, è così che me la voglio ricordare. Ovviamente non ho concluso niente (ovvio). Ma intanto lei, quella lì, non conoscerò mai neanche come si chiama.
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