Ho
conosciuto Penati quando era Assessore all'urbanistica di Sesto: da
consigliere comunale aveva protestato contro dei programmi di
intervento urbanistico poco limpidi, troppo sbilanciati a favore dei
privati: ebbene, gli avevano detto, visto che sei tanto bravo,
provvedi tu a rimetterli a posto, trenta giorni di tempo, e se non ce
la fai te ne vai. Così era venuto da me, manco ci conoscevamo, e in
tutta franchezza aveva detto: di urbanistica non ne so nulla, vedi di
spiegarmi. In capo a due-tre giorni aveva capito l'essenziale, in una
settimana ne sapeva più del dirigente ed era passato alla revisione
dei programmi, con una certa brusca durezza. Insomma: intelligente,
capace, generoso e coraggioso; e un po' spregiudicato, nel senso che
non aveva pregiudizi. E anche nel senso che quando si è trattato di
rimettere in riga il programma presentato dalle cooperative del suo
partito, stranamente era diventato molto più morbido e comprensivo,
eh, la politica (inutile dire che a questo punto mi sono dimesso). Ma
ricordo anche che era il responsabile di un servizio di ristorazione
in cooperativa, dove si andava a mangiare a prezzi bassi, ma
soprattutto si mangiava bene, e a questo soprattutto ci teneva,
chiedeva: è buono? Vero che è buono? Perché non basta spendere
poco, anche la qualità conta.
Quando
è stato indagato, ho sempre pensato che fosse sostanzialmente
innocente. Nel senso che sì, qualche imperfezione formale può
esserci stata, sì, qualche forzatura, qualche mossa azzardata: ma
era uno onesto. Mi spiace non essere riuscito a dirglielo per tempo.
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