Normalmente si dà un significato
negativo a questo slogan, lanciato alla fine degli anni '70. È
lo slogan degli ignavi, dicono, di chi non è capace di fare una
scelta – e se non si sceglie da che parte stare, ci si condanna
all'irrilevanza, si finisce fuori dalla Storia. Questo dicono i
soloni sicuri di sé, prima di passare rapidamente dalla parte del
più forte – o almeno, di chi gli appare tale.
Penso invece ci sia una certa dignità,
anche storica, in quella posizione.
Innanzitutto una dignità morale: in
chi rinuncia a fare il male, perdendo di importanza, c'è una forma
di rispetto per chi subisce, per le vittime, che in chi invece il
male lo fa, magari in vista di un bene superiore, invece non c'è.
Chi dice “meglio rimorsi che rimpianti”, oppure “non si può
fare la frittata senza rompere le uova” (tipiche frasi con cui si
sono giustificati per anni i peggiori regimi comunisti) mostra
insomma di non avere rispetto per le vittime; pensa solo a sé, al
suo destino e a quello che sta cercando di fare. Gli altri non
contano. E a pensarci bene, nella nostra cultura questo lo si trova
anche nella parabola del figliol prodigo (mai piaciuta, peraltro),
dove per il peccatore redento si uccide il bue grasso, mentre per suo
fratello che ha sempre fatto il bravo non si uccide neanche una
capretta (poveretto, perché?). È
che in fondo il male ha un suo fascino, è vicino al bene, non fare
nulla è noioso – e alle vittime non si pensa, sono fastidiose,
lamentose. E invece. E invece se alla fine degli anni '70 molti –
che pure avevano fatto della violenza e dello scontro di piazza un
mito – ebbene alla fine non sono passati alla lotta armata, è
anche per quello slogan. Si finiva fuori dalla Storia? Si diventava
irrilevanti? Ebbene sì, ma non si generava sofferenza agli altri.
Meglio invece scegliere? Meglio chi è stato prima con le BR, e poi
anche con lo Stato? Tipo Barbone e gli altri, prima assassini e poi
pentiti?
Se pensiamo che il dolore inflitto alle
vittime non conti niente, va bene così. E facciamo pure sposare il
figliol prodigo sull'altare maggiore del Duomo, a maggior gloria. Noi
però preferiamo restare fuori, al buio e al freddo, magari. Né con
lo Stato né con le BR. Per sempre.
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