venerdì 15 novembre 2019

“Né con lo Stato, né con le BR”


Normalmente si dà un significato negativo a questo slogan, lanciato alla fine degli anni '70. È lo slogan degli ignavi, dicono, di chi non è capace di fare una scelta – e se non si sceglie da che parte stare, ci si condanna all'irrilevanza, si finisce fuori dalla Storia. Questo dicono i soloni sicuri di sé, prima di passare rapidamente dalla parte del più forte – o almeno, di chi gli appare tale.
Penso invece ci sia una certa dignità, anche storica, in quella posizione.
Innanzitutto una dignità morale: in chi rinuncia a fare il male, perdendo di importanza, c'è una forma di rispetto per chi subisce, per le vittime, che in chi invece il male lo fa, magari in vista di un bene superiore, invece non c'è. Chi dice “meglio rimorsi che rimpianti”, oppure “non si può fare la frittata senza rompere le uova” (tipiche frasi con cui si sono giustificati per anni i peggiori regimi comunisti) mostra insomma di non avere rispetto per le vittime; pensa solo a sé, al suo destino e a quello che sta cercando di fare. Gli altri non contano. E a pensarci bene, nella nostra cultura questo lo si trova anche nella parabola del figliol prodigo (mai piaciuta, peraltro), dove per il peccatore redento si uccide il bue grasso, mentre per suo fratello che ha sempre fatto il bravo non si uccide neanche una capretta (poveretto, perché?). È che in fondo il male ha un suo fascino, è vicino al bene, non fare nulla è noioso – e alle vittime non si pensa, sono fastidiose, lamentose. E invece. E invece se alla fine degli anni '70 molti – che pure avevano fatto della violenza e dello scontro di piazza un mito – ebbene alla fine non sono passati alla lotta armata, è anche per quello slogan. Si finiva fuori dalla Storia? Si diventava irrilevanti? Ebbene sì, ma non si generava sofferenza agli altri. Meglio invece scegliere? Meglio chi è stato prima con le BR, e poi anche con lo Stato? Tipo Barbone e gli altri, prima assassini e poi pentiti?
Se pensiamo che il dolore inflitto alle vittime non conti niente, va bene così. E facciamo pure sposare il figliol prodigo sull'altare maggiore del Duomo, a maggior gloria. Noi però preferiamo restare fuori, al buio e al freddo, magari. Né con lo Stato né con le BR. Per sempre.

[be', ma allora, si potrebbe dire, perché non stare con lo Stato fin da subito? Qualche motivo qui e qui]

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