sono sempre gli stessi:
nascita – sesso – potere – morte.
E chi ci dà importanza: la mamma ai
bambini, la religione, l'arte o l'impegno politico, la persona che ci ama.
Ma il fondamentale vero è: “sentire”
(nel senso di quella consapevolezza emotiva forte e chiara, vagamente
indicibile – qualcosa che in realtà non riesco neppure a nominare
chiaramente).
(quando si lavora tanto, poi quando ci
si ferma, non si sente più niente. Si dorme e non si sogna. È
come il pirata morto che continua a vivere, ma non sente più il
sapore della mela. È
quello che gli manca. Ed è quello che ho sempre cercato, dopo che
l'ho perso. E qualunque cosa faccia, l'obiettivo è un solo:
ritrovarlo. Anche se non so cos'è)
(mica sarà quella cosa di cui parlava
Mihály
Csíkszentmihályi?)
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