In un angolo appartato del Parco
Sempione, su una collinetta dove non va mai nessuno (per la
toponomastica, Monte Merlo), in mezzo agli alberi c'è una statua a
cavallo di Napoleone III, quello del 18
brumaio. Mi avventuravo lì in bici con mia sorella quando eravamo
piccoli, altrimenti non l'avrei mai notata.
Era stata ordinata quando Luigi
Bonaparte era Imperatore dei Francesi e importante alleato e
protettore della giovane nazione italiana. Ma poi quando la statua fu
pronta – una bella statua, fra l'altro – c'era stata Sedan, la
sconfitta, l'umiliazione; così la statua anziché al centro di un
importante crocicchio era stata relegata in quell'angolo nascosto del
parco.
Qualche anno fa una commissione di
artisti propose di valorizzarla, spostandola in un luogo più
visibile; ma non se ne fece nulla. Per fortuna! La statua secondo me è
bellissima dov'è: spunta misteriosa in mezzo agli alberi, come una
di quelle statue sullo sfondo di una piazza metafisica di De Chirico. Come uno sberleffo di
Cattelan, così maestosa e così dimenticata. Quasi un monito alla
precarietà della gloria. Fra i piccioni, i vecchietti sulla panchina
e qualche raro bambino che gioca.
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