giovedì 4 gennaio 2018

“Cosa si vive a fare?”*

Domanda ingenua, che ha tormentato l'umanità nei secoli, e che adesso ci sembra inutile, perché senza risposta. Nel mondo moderno è una domanda che non ci si pone: c'è chi vive e basta, e gli va bene: e quindi trova la domanda senza senso; e tutti gli altri, gli smunti che si interrogano, è gente che non sa vivere, tutto qua. Semplice, no?
Strano però che gli animal spirits non sembrino solo quelli della selezione darwiniana: mangiare, lottare, riprodursi, morire il più tardi possibile. E che la nostra civiltà sembri cresciuta proprio grazie a chi questa domanda se la poneva: le religioni, la politica, la ricerca della conoscenza e della bellezza; e che i popoli che si limitano a sopravvivere e a riprodursi (i ceremissi, i votiachi, i morduini, i ciuvasci...) siano sempre rimasti indietro. Ma tant'è, a questo siamo: meglio non pensarci. E fornire in modo facile e diffuso gli elementi minimi: cibo, protezione dal caldo e dal freddo, medicine, sesso, intrattenimenti. Il potere no, quello invece sta sempre nelle mani di pochi (o di nessuno). E quindi la vita che si offre, quella autoesplicativa, è un po' quella dei polli di allevamento.
Polli ben disposti su una scala gerarchica, beninteso: perché se un tempo la politica e la religione (l'arte e la scienza un po' meno) promettevano la salvezza per tutti, e anche i più umili potevano partecipare a un disegno più grande, nella vita semplificata del mangia-scopa-non ammalarti c'è pur sempre chi sta ai vertici o semplicemente più in vista - e chi sbircia ansioso e un po' invidioso. Chi si fa le più belle e chi resta a guardare, insomma. E se fai parte del secondo gruppo, inutile lamentarsi. Perché la vita che viviamo è quella che ci siamo scelti, alla fin fine.
E qui c'è il paradosso della libertà: i deportati russi nelle cittadine siberiane di provincia, silenziose e lontane da tutto, scoprivano il loro mondo interiore, riflettevano sulla cultura e raffinavano le loro scelte, scoprivano insomma la loro libertà e autonomia. Oggi lavoriamo per avere una casa con una stanza degli ospiti in più; dove però non viene mai nessuno.
[* leggendo Herzen]

Nessun commento:

Posta un commento